Nel nostro giardino dell'amor nascente, sublime d'accoglienza e di beltà vivente,
ascolto il concerto d'una natura sensuale, che tutte le arti sa superare:
sei bellissima,
della natura sei quel capolavoro che è fonte di turbamenti e che di più adoro.
Per l'union profonda, d'intimi balzi sempre gioconda,
le vite innamorate si son cercate, e felicemente ritrovate:
Pathos ed Eros, negli sguardi ravvicinati, si dilettano a gareggiare e i cuori a galoppare,
tra effusioni ignare di contegno, che ormai nudi, di provocazione son così a sostegno,
che di bocca, a lungo, la possente virilità ami assaporare,
così che l'esplosione non trattengo, e l'abbondanza dolce che cercavi stai compiaciuta bevendo.
Il tuo sguardo inebriato, di follia d'amor confuso e di piacer svelato,
la turgida bellezza dei seni che aspirano all'amata delicatezza,
e il profumato umor, di cui sto scoprendo quel buon sapor,
che lingua riconosce quando gemiti fomenta,
insieme palesano che il desiderio d'accogliermi,
nel tuo essere d'amor così intriso che le cosce accarezzate ho trovato bagnate,
è così forte che celermente, per te pronto, mi scopri nuovamente.
Ovunque stimolata, e con maestria preparata, non sai più aspettare:
all'union dei sessi vivo l'emozion tua, e il mio esser maschio si sente a casa sua.
Ci amiamo, e ci apparteniamo.
Ad ogni tuo piacer supremo, tanto amor e tanta gratitudine accompagnano la beatitudine.
Il giovane stil passionale forse prima o poi passerà, ma un sentimento bello e sincero per te sempre resterà.
(Francesco Galgani, 29 agosto 2014)
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